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Schizofrenia: sintomi, cause e trattamenti per comprendere il disturbo.

venerdì 20 Dicembre 2024

Schizofrenia:significato

La schizofrenia è un disturbo complesso che interessa la mente e il comportamento, influenzando profondamente la percezione della realtà. Questo articolo si propone di esplorare i sintomi, le cause e le possibili strategie di trattamento, fornendo una panoramica completa per comprendere questo disturbo, spesso avvolto da pregiudizi e fraintendimenti.

Che cos’è la schizofrenia?

La schizofrenia è un disturbo psichiatrico cronico e severo, caratterizzato da alterazioni nei processi di pensiero, nelle emozioni e nel comportamento. Spesso, le persone che ne soffrono vivono episodi psicotici, durante i quali la loro connessione con la realtà si frammenta, portandole a percepire voci, immagini o pensieri che non hanno corrispondenza con il mondo esterno.
A dispetto di alcuni luoghi comuni, la schizofrenia, tuttavia, non presenta un unico sintomo patognomico, bensì una combinazione di sintomi che possono variare da persona a persona e che interferiscono con la vita quotidiana, il lavoro e le relazioni.

Sintomi della schizofrenia

I sintomi della schizofrenia sono generalmente suddivisi in tre categorie principali: positivi, negativi e cognitivi.
Sintomi positivi:
Questi comprendono manifestazioni che aggiungono qualcosa alla normale esperienza, come:

  • Allucinazioni: percezioni sensoriali che non provengono da uno stimolo reale (.soprattutto visive e uditive, come vedere persone o cose che non ci sono e sentire voci)
  • Deliri, ossia convinzioni bizzarre o non bizzarre, fortemente radicate ma prive di basi nella realtà (alcuni dei più comuni sono persecutori, di grandiosità, nichilistici, di gelosia).
  • Pensiero disorganizzato, che si traduce in difficoltà a seguire un filo logico anche nelle conversazioni, per cui, il soggetto può rispondere in modo poco preciso alle domande che gli vengono poste, cambiare spesso argomento, parlare in modo incomprensibile.
  • Comportamenti motori anomali, da una minore reattività agli stimoli alla totale perdita di risposte verbali e motorie (catatonia).

Sintomi negativi:
Riguardano la perdita o la riduzione di funzioni normali, tra cui:

  • Apatia, uno stato psicologico in cui il soggetto avverte un calo o un’assenza di motivazione, accompagnato spesso da un disinteresse verso la vita e un’indifferenza generalizzata verso il mondo.
  • Anedonia, Questa può essere sia un’esperienza pervasiva, sia può essere limitata ad un numero limitato di ambiti, per esempio il cibo o l’attività sessuale;
  • Isolamento sociale;

Alcuni studi (Steimer-Krause E., Krause R., Wagner G. (1990). Interaction regulations used by schizophrenic and psychosomatic patients: Studies on facial behavior in dyadic interactions. Psychiatry, 53, 209-228.) mostrano come in soggetti che soffrono di schizofrenia, è presente una riduzione del repertorio e della frequenza delle espressioni facciali, soprattutto quelle che coinvolgono la parte superiore del volto.

Sintomi cognitivi:
I deficit cognitivi nella schizofrenia comprendono anche la sfera della cognizione sociale, intaccando, in particolare, le abilità di percezione sociale, riconoscimento emotivo e affettivo e metacognizione.

  • Difficoltà di attenzione e concentrazione;
  • Problemi di memoria;
  • Memoria di lavoro e memoria verbale, funzioni esecutive, attenzione e pianificazione sono tra i domini maggiormente colpiti dai deficit cognitivi.

Ogni persona affetta da schizofrenia può sperimentare una combinazione unica di sintomi, che possono variare in intensità e durata.

Le cause della schizofrenia

La schizofrenia è il risultato di una complessa interazione tra fattori genetici, biologici e ambientali.

  • Fattori genetici:
    La predisposizione genetica gioca un ruolo significativo. Studi hanno dimostrato che avere un parente di primo grado aumenta del 6,5% le probabilità di sviluppare la malattia. Più del 60-70% di gemelli omozigoti ed il 40-50% della prole di pazienti con schizofrenia sono colpiti a loro volta dal disturbo.
  • Alterazioni neurobiologiche:
    La schizofrenia è associata a squilibri nei neurotrasmettitori, in particolare nella dopamina e nel glutammato. Inoltre, sono state osservate nei pazienti anomalie nella struttura e funzione cerebrale, come una riduzione del volume di aree corticali, derivate da fattori perinatali responsabili di alterazioni del neurosviluppo.
  • Fattori ambientali:
    Esperienze di vita stressanti, traumi infantili, infezioni virali durante la gravidanza o complicazioni ostetriche possono contribuire al rischio di sviluppare il disturbo. Anche il consumo di sostanze come cannabis ad alte concentrazioni è stato associato a un aumento del rischio nei soggetti predisposti.

Come si diagnostica la schizofrenia?

La diagnosi di schizofrenia richiede una valutazione approfondita da parte di un professionista della salute mentale, solitamente uno psichiatra. Secondo il DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), la diagnosi si basa sulla presenza di sintomi chiave (come deliri, allucinazioni e pensiero disorganizzato) per almeno sei mesi, con un impatto significativo sulla funzionalità quotidiana.
L’anamnesi personale e familiare, l’osservazione clinica e, in alcuni casi, l’uso di strumenti diagnostici specifici aiutano a distinguere la schizofrenia da altre condizioni psichiatriche o mediche. E’ importante osservare anche i sintomi prodromici, ovvero, i segnali precoci che potrebbero anticipare l’esordio vero e proprio del disturbo. Alcuni di questi sono i frequenti cambiamenti di pensiero, la presenza di convinzioni irrazionali e bizzarre, la tendenza all’isolamento sociale, difficoltà nella gestione dello stress, fluttuazioni dell’umore, riduzione dell’affettività ed espressività emotiva inadeguata.

Trattamenti per la schizofrenia

Anche se la schizofrenia è una condizione cronica, esistono trattamenti che possono migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti. Un approccio integrato, che combini diverse strategie terapeutiche, è spesso il più efficace.

  • Psicoterapia:
    Tra gli approcci psicologici, la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è utile per aiutare i pazienti a gestire i sintomi positivi e negativi. Anche le terapie orientate alla riabilitazione psicosociale, come il training delle competenze sociali, possono essere preziose.
  • Supporto sociale e familiare:
    Gli interventi di educazione, come quelli psicosociali, integrati con i farmaci, contribuiscono a ridurre le difficoltà cognitive e psicologiche dei pazienti, facilitando anche il reinserimento sociale. Questi interventi cercano di migliorare la consapevolezza sulla malattia, favorendo l’adesione al piano terapeutico ed il recupero delle capacità sociali.
  • Trattamenti farmacologici:
    Nonostante l’importanza degli interventi non farmacologici, gli antipsicotici rappresentano il trattamento di base per la gestione dei sintomi. Tuttavia, la scelta del trattamento farmacologico deve essere effettuata dallo psichiatra in base alle caratteristiche specifiche del paziente.

Conclusione

La schizofrenia è un disturbo complesso che richiede un approccio olistico e personalizzato. Comprendere i sintomi, le cause e i trattamenti disponibili è essenziale per superare i pregiudizi e promuovere un atteggiamento di accettazione e supporto verso chi vive questa condizione. Con una diagnosi precoce e un trattamento adeguato, è possibile migliorare significativamente il benessere e l’integrazione sociale dei pazienti.

Contenuto a cura di:

Fabio Cotti

Psicologo clinico, psicoterapeuta e psicodiagnosta, Fabio Cotti ha collaborato con istituti pubblici e privati, tra cui ASST Ovest Milanese, ASST Lariana e Università come Milano-Bicocca e Pavia. Specializzato in psicoterapie psicodinamiche, cognitive e ipnotiche per bambini, adolescenti, adulti e coppie, si occupa anche di psicologia giuridica, in particolare nella valutazione di competenze genitoriali e del danno psichico. È stato Consulente Tecnico d’Ufficio per vari tribunali e autore di contributi in psicologia clinica e testologia.

Contenuto a cura di:

Fabio Cotti

Psicologo clinico, psicoterapeuta e psicodiagnosta, Fabio Cotti ha collaborato con istituti pubblici e privati, tra cui ASST Ovest Milanese, ASST Lariana e Università come Milano-Bicocca e Pavia. Specializzato in psicoterapie psicodinamiche, cognitive e ipnotiche per bambini, adolescenti, adulti e coppie, si occupa anche di psicologia giuridica, in particolare nella valutazione di competenze genitoriali e del danno psichico. È stato Consulente Tecnico d’Ufficio per vari tribunali e autore di contributi in psicologia clinica e testologia.

Schizofrenia: sintomi, cause e trattamenti per comprendere il disturbo.

venerdì 20 Dicembre 2024

Schizofrenia:significato

La schizofrenia è un disturbo complesso che interessa la mente e il comportamento, influenzando profondamente la percezione della realtà. Questo articolo si propone di esplorare i sintomi, le cause e le possibili strategie di trattamento, fornendo una panoramica completa per comprendere questo disturbo, spesso avvolto da pregiudizi e fraintendimenti.

Che cos’è la schizofrenia?

La schizofrenia è un disturbo psichiatrico cronico e severo, caratterizzato da alterazioni nei processi di pensiero, nelle emozioni e nel comportamento. Spesso, le persone che ne soffrono vivono episodi psicotici, durante i quali la loro connessione con la realtà si frammenta, portandole a percepire voci, immagini o pensieri che non hanno corrispondenza con il mondo esterno.
A dispetto di alcuni luoghi comuni, la schizofrenia, tuttavia, non presenta un unico sintomo patognomico, bensì una combinazione di sintomi che possono variare da persona a persona e che interferiscono con la vita quotidiana, il lavoro e le relazioni.

Sintomi della schizofrenia

I sintomi della schizofrenia sono generalmente suddivisi in tre categorie principali: positivi, negativi e cognitivi.
Sintomi positivi:
Questi comprendono manifestazioni che aggiungono qualcosa alla normale esperienza, come:

  • Allucinazioni: percezioni sensoriali che non provengono da uno stimolo reale (.soprattutto visive e uditive, come vedere persone o cose che non ci sono e sentire voci)
  • Deliri, ossia convinzioni bizzarre o non bizzarre, fortemente radicate ma prive di basi nella realtà (alcuni dei più comuni sono persecutori, di grandiosità, nichilistici, di gelosia).
  • Pensiero disorganizzato, che si traduce in difficoltà a seguire un filo logico anche nelle conversazioni, per cui, il soggetto può rispondere in modo poco preciso alle domande che gli vengono poste, cambiare spesso argomento, parlare in modo incomprensibile.
  • Comportamenti motori anomali, da una minore reattività agli stimoli alla totale perdita di risposte verbali e motorie (catatonia).

Sintomi negativi:
Riguardano la perdita o la riduzione di funzioni normali, tra cui:

  • Apatia, uno stato psicologico in cui il soggetto avverte un calo o un’assenza di motivazione, accompagnato spesso da un disinteresse verso la vita e un’indifferenza generalizzata verso il mondo.
  • Anedonia, Questa può essere sia un’esperienza pervasiva, sia può essere limitata ad un numero limitato di ambiti, per esempio il cibo o l’attività sessuale;
  • Isolamento sociale;

Alcuni studi (Steimer-Krause E., Krause R., Wagner G. (1990). Interaction regulations used by schizophrenic and psychosomatic patients: Studies on facial behavior in dyadic interactions. Psychiatry, 53, 209-228.) mostrano come in soggetti che soffrono di schizofrenia, è presente una riduzione del repertorio e della frequenza delle espressioni facciali, soprattutto quelle che coinvolgono la parte superiore del volto.

Sintomi cognitivi:
I deficit cognitivi nella schizofrenia comprendono anche la sfera della cognizione sociale, intaccando, in particolare, le abilità di percezione sociale, riconoscimento emotivo e affettivo e metacognizione.

  • Difficoltà di attenzione e concentrazione;
  • Problemi di memoria;
  • Memoria di lavoro e memoria verbale, funzioni esecutive, attenzione e pianificazione sono tra i domini maggiormente colpiti dai deficit cognitivi.

Ogni persona affetta da schizofrenia può sperimentare una combinazione unica di sintomi, che possono variare in intensità e durata.

Le cause della schizofrenia

La schizofrenia è il risultato di una complessa interazione tra fattori genetici, biologici e ambientali.

  • Fattori genetici:
    La predisposizione genetica gioca un ruolo significativo. Studi hanno dimostrato che avere un parente di primo grado aumenta del 6,5% le probabilità di sviluppare la malattia. Più del 60-70% di gemelli omozigoti ed il 40-50% della prole di pazienti con schizofrenia sono colpiti a loro volta dal disturbo.
  • Alterazioni neurobiologiche:
    La schizofrenia è associata a squilibri nei neurotrasmettitori, in particolare nella dopamina e nel glutammato. Inoltre, sono state osservate nei pazienti anomalie nella struttura e funzione cerebrale, come una riduzione del volume di aree corticali, derivate da fattori perinatali responsabili di alterazioni del neurosviluppo.
  • Fattori ambientali:
    Esperienze di vita stressanti, traumi infantili, infezioni virali durante la gravidanza o complicazioni ostetriche possono contribuire al rischio di sviluppare il disturbo. Anche il consumo di sostanze come cannabis ad alte concentrazioni è stato associato a un aumento del rischio nei soggetti predisposti.

Come si diagnostica la schizofrenia?

La diagnosi di schizofrenia richiede una valutazione approfondita da parte di un professionista della salute mentale, solitamente uno psichiatra. Secondo il DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), la diagnosi si basa sulla presenza di sintomi chiave (come deliri, allucinazioni e pensiero disorganizzato) per almeno sei mesi, con un impatto significativo sulla funzionalità quotidiana.
L’anamnesi personale e familiare, l’osservazione clinica e, in alcuni casi, l’uso di strumenti diagnostici specifici aiutano a distinguere la schizofrenia da altre condizioni psichiatriche o mediche. E’ importante osservare anche i sintomi prodromici, ovvero, i segnali precoci che potrebbero anticipare l’esordio vero e proprio del disturbo. Alcuni di questi sono i frequenti cambiamenti di pensiero, la presenza di convinzioni irrazionali e bizzarre, la tendenza all’isolamento sociale, difficoltà nella gestione dello stress, fluttuazioni dell’umore, riduzione dell’affettività ed espressività emotiva inadeguata.

Trattamenti per la schizofrenia

Anche se la schizofrenia è una condizione cronica, esistono trattamenti che possono migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti. Un approccio integrato, che combini diverse strategie terapeutiche, è spesso il più efficace.

  • Psicoterapia:
    Tra gli approcci psicologici, la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) è utile per aiutare i pazienti a gestire i sintomi positivi e negativi. Anche le terapie orientate alla riabilitazione psicosociale, come il training delle competenze sociali, possono essere preziose.
  • Supporto sociale e familiare:
    Gli interventi di educazione, come quelli psicosociali, integrati con i farmaci, contribuiscono a ridurre le difficoltà cognitive e psicologiche dei pazienti, facilitando anche il reinserimento sociale. Questi interventi cercano di migliorare la consapevolezza sulla malattia, favorendo l’adesione al piano terapeutico ed il recupero delle capacità sociali.
  • Trattamenti farmacologici:
    Nonostante l’importanza degli interventi non farmacologici, gli antipsicotici rappresentano il trattamento di base per la gestione dei sintomi. Tuttavia, la scelta del trattamento farmacologico deve essere effettuata dallo psichiatra in base alle caratteristiche specifiche del paziente.

Conclusione

La schizofrenia è un disturbo complesso che richiede un approccio olistico e personalizzato. Comprendere i sintomi, le cause e i trattamenti disponibili è essenziale per superare i pregiudizi e promuovere un atteggiamento di accettazione e supporto verso chi vive questa condizione. Con una diagnosi precoce e un trattamento adeguato, è possibile migliorare significativamente il benessere e l’integrazione sociale dei pazienti.

Contenuto a cura di:

Fabio Cotti

Psicologo clinico, psicoterapeuta e psicodiagnosta, Fabio Cotti ha collaborato con istituti pubblici e privati, tra cui ASST Ovest Milanese, ASST Lariana e Università come Milano-Bicocca e Pavia. Specializzato in psicoterapie psicodinamiche, cognitive e ipnotiche per bambini, adolescenti, adulti e coppie, si occupa anche di psicologia giuridica, in particolare nella valutazione di competenze genitoriali e del danno psichico. È stato Consulente Tecnico d’Ufficio per vari tribunali e autore di contributi in psicologia clinica e testologia.