Yes Man – Peyton Reed
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Psicologo, psicoterapeuta, movie addicted

Paolo Virzì, cambiamento climatico, disuguaglianza sociale
“Siccità”, diretto da Paolo Virzì, ci trasporta in una Roma distopica, dove non piove da tre anni, e la vita dei suoi abitanti è radicalmente cambiata a causa della mancanza d’acqua. Il Tevere è in secca, e la città è invasa da blatte. Tra i personaggi principali troviamo un carcerato evaso per sbaglio, una dottoressa che scopre una nuova epidemia, e un ex-commerciante che vive per strada. Il film incede nelle storie dei personaggi narrando una realtà dove la crisi idrica e la crisi climatica globali si riflettono nel microcosmo di una città che lotta per sopravvivere.
Straordinarie le performance attoriali di Valerio Mastandrea e Elena Lietti che restituiscono con la loro ricerca di emozioni e affetti un senso compiuto all’intera vicenda.
Il film è metafora dell’assenza di sentimenti, dell’anaffettività pandemica dove la siccità fisica si rispecchia nella aridità emotiva dei protagonisti. Ogni personaggio, intrappolato nella propria solitudine e disconnessione dagli altri, riflette questa mancanza di umidità emotiva, cercando in qualche modo di trovare redenzione o un senso di appartenenza in una città che è tanto arida quanto loro.
“Siccità” va “assorbito” con un’apertura mentale verso le metafore climatiche e umane che propone. È un film che richiede attenzione ai dettagli e sensibilità verso le dinamiche interpersonali complesse che vengono esplorate. La visione può provocare riflessioni profonde sull’impatto delle nostre azioni su chi ci circonda, sull’ambiente e sulla qualità della nostra esperienza di “essere umani”.
La visione di “Siccità” può provocare una vasta gamma di reazioni, da una profonda riflessione personale sulla crisi climatica e sulle relazioni umane a una sensazione di malinconia per lo stato di disconnessione emotiva che affligge i personaggi. Alcuni spettatori potrebbero anche avvertire una sensazione di inquietudine nel vedere quanto realisticamente il film rappresenti potenziali future realtà distopiche.
È interessante notare come il soggetto di “Siccità” sia stato concepito durante il primo lockdown del 2020, rendendo il film particolarmente attuale e risonante con le recenti esperienze globali. L’opera di Virzì esplora non solo la crisi idrica ma anche le crisi sociali e emotive, proiettando le sfumature distopiche su un’altra emergenza, quella climatica, rendendo il film un commento pungente sul nostro presente e possibile futuro
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