10 film per conoscere il disturbo ossessivo compulsivo
Jack Nicholson interpreta Melvin Udall, uno scrittore misantropo affetto da un grave DOC, ossessionato dall’ordine, dai germi e dalle routine...
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DOC
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Psicologo, psicoterapeuta, movie addicted
Il disturbo ossessivo-compulsivo da accumulo (Hoarding Disorder) è una condizione psicopatologica caratterizzata dalla difficoltà persistente di eliminare o separarsi da oggetti, indipendentemente dal loro valore reale. Spesso associato al disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), è riconosciuto nel DSM-5 come una diagnosi a sé stante. La sua rappresentazione nei media, in particolare nei reality show come Sepolti in casa (Hoarders), ha contribuito a portare l’attenzione su questa problematica, ma talvolta ne ha distorto la percezione.
Programmi televisivi come Hoarders e Hoarding: Buried Alive mostrano spesso casi estremi, con abitazioni sommerse da oggetti, rifiuti e perfino animali. Questi programmi, se da un lato sensibilizzano il pubblico, dall’altro possono offrire una visione sensazionalistica, enfatizzando il disordine visibile piuttosto che il disagio interiore del paziente. Gli accumuli, infatti, non sono sempre legati a sporcizia e caos evidente, ma possono essere ordinati e organizzati in modo sistematico, rendendo più difficile per i familiari riconoscere il problema.
<h3″>Diagnosi
La diagnosi del disturbo ossessivo-compulsivo da accumulazione si basa su criteri specifici definiti dal DSM-5 e dall’ICD-10. Secondo il DSM-5, la condizione è caratterizzata da:
La diagnosi differenziale è fondamentale per distinguere il disturbo da altre condizioni come il DOC classico, il disturbo depressivo maggiore con caratteristiche apatiche e il disturbo da accumulo secondario a lesioni cerebrali o demenza. Strumenti diagnostici standardizzati come l’Hoarding Rating Scale e il Structured Interview for Hoarding Disorder possono essere utilizzati per una valutazione più approfondita.
Maria, 68 anni, ex insegnante, è stata portata in terapia dai figli preoccupati per le sue condizioni di vita. Nel corso degli anni, aveva accumulato migliaia di libri, giornali e oggetti decorativi, riempiendo ogni spazio della sua abitazione. Pur riconoscendo le difficoltà nel muoversi in casa, non voleva liberarsi di nulla, attribuendo a ogni oggetto un valore affettivo. Il trattamento ha coinvolto la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) con esposizione con prevenzione della risposta (ERP) e un intervento familiare sistemico.
Luca, 45 anni, lavoratore autonomo, ha iniziato ad accumulare oggetti elettronici e pezzi di ricambio per computer. Sebbene la sua casa non fosse un ambiente invivibile, il tempo dedicato all’organizzazione e all’acquisto compulsivo interferiva con il suo lavoro e la vita sociale. La terapia ha incluso la Schema Therapy per affrontare i suoi schemi di insicurezza e controllo, oltre a sessioni di EMDR per eventi traumatici legati al passato.
Il disturbo da accumulo spesso coesiste con altre condizioni psicopatologiche, tra cui:
L’approccio sistemico-relazionale considera il disturbo non solo come una problematica individuale, ma anche come parte di una dinamica familiare. Alcuni elementi chiave di questo approccio includono:
Il disturbo da accumulazione è una condizione complessa che va oltre l’immagine stereotipata offerta dalla televisione. Il trattamento richiede un approccio integrato, che comprenda la psicoterapia e, in alcuni casi, trattamenti farmacologici. Solo con un approccio comprensivo si può sperare in un miglioramento significativo della qualità di vita del paziente e dei suoi familiari.
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