Ghosting: cos’è e perché accade nelle relazioni
Il ghosting è un fenomeno sempre più diffuso, soprattutto nelle relazioni amorose, in cui una persona decide improvvisamente di interrompere...
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L'Ufficio Editoriale di ilmiopsi è composto da un team multidisciplinare di psicologi, psicoterapeuti e professionisti della comunicazione, impegnati nella scrittura e revisione clinica di contenuti dedicati alla psicologia e alla salute mentale. Ogni articolo è sviluppato con un approccio scientifico, accurato e accessibile, per garantire informazioni affidabili e utili sia ai professionisti del settore che al pubblico generale.
La codipendenza è una dinamica relazionale che si sviluppa all’interno di legami caratterizzati da uno squilibrio emotivo e da una marcata interdipendenza psicologica. Chi vive questa condizione tende a sacrificare i propri bisogni per soddisfare quelli dell’altro, spesso per ottenere un senso di valore personale o per evitare il conflitto. Questo fenomeno, spesso trascurato, può avere radici profonde e conseguenze significative sulla salute mentale e relazionale. Ma come si riconosce la codipendenza? E soprattutto, come si può superare?
La codipendenza, secondo la letteratura psicologica, è una condizione in cui una persona basa la propria identità e autostima sulla relazione con un’altra persona. Originariamente associata a famiglie con problematiche legate all’abuso di sostanze e derivante da un attaccamento insicuro con il proprio caregiver durante l’infanzia. Potrebbe infatti derivare da un inversione di ruoli durante il periodo della fanciullezza o da un caregiver non accogliente dei bisogni dell’altro. In questo modo, la persona sentirà che per avere attenzione e validazione dall’altra persona dovrà mettersi in secondo piano, cercando di assecondare l’altro il più possibile. Questo perchè un rifiuto dell’altra persona verrebbe percepito come insostenibile, portando all’abbandono, minando anche la propria autostima e senso di sè. oggi si riconosce che la codipendenza può manifestarsi in qualsiasi contesto relazionale, come coppie, famiglie o persino tra colleghi di lavoro.
Chi è codipendente assume frequentemente il ruolo di “caregiver”, concentrandosi ossessivamente sui bisogni dell’altro e ignorando i propri. Questo può essere accompagnato anche da una volontà di cambiare l’altra persona, attraverso le cure che si forniscono. Inoltre può portare a una perdita di autonomia emotiva e a un senso di vuoto, soprattutto quando il sostegno offerto non viene riconosciuto o ricambiato.
Riconoscere la codipendenza non è sempre facile, ma ci sono alcuni segnali ricorrenti:
La codipendenza non nasce dal nulla, ma spesso ha radici in esperienze di vita passate. Tra le cause principali troviamo:
Liberarsi dalla codipendenza richiede tempo, consapevolezza e, spesso, un supporto esterno. Ecco alcune strategie utili:
1. Riconoscere il problema
Il primo passo è riconoscere di avere una dinamica relazionale disfunzionale. Questo implica osservare i propri comportamenti e accettare che il sacrificio continuo non è sano né necessario.
2. Rafforzare l’autostima
Imparare a valorizzarsi indipendentemente dall’approvazione altrui è essenziale. Terapie basate sull’autocompassione o sull’assertività possono aiutare a costruire una maggiore sicurezza di sé.
3. Imparare a stabilire confini
I confini sono fondamentali per relazioni equilibrate. Significa dire “no” senza sentirsi in colpa e rispettare i propri spazi emotivi e fisici.
4. Affrontare le cause profonde
Spesso è necessario esplorare il proprio passato per comprendere come le esperienze infantili abbiano influenzato il presente e possibili vissuti di ansia, in cui il soggetto non si sente all’altezza della situazione o non sa come gestirla. Un percorso di psicoterapia, in particolare l’approccio psicodinamico o quello sistemico-relazionale, può essere illuminante.
5. Coltivare relazioni sane
Impegnarsi in relazioni basate sul reciproco rispetto e sulla condivisione autentica è un passo importante verso il cambiamento. Relazioni in cui non ci si sente obbligati a “salvare” l’altro, ma in cui si può essere se stessi.
6. Cercare supporto
Un terapeuta qualificato può aiutare a rompere i modelli disfunzionali e a costruire una nuova consapevolezza di sé, nonchè aiutare il paziente a costruire un proprio senso di sè solido e integro e ad aumentare l’autostima . Anche i gruppi di supporto, come Al-Anon per familiari di persone con dipendenze, possono offrire strumenti pratici, ascolto empatico, comprensione e un senso di appartenenza.
La codipendenza è una dinamica complessa, ma non è un destino immutabile. Con il giusto sostegno e una profonda volontà di cambiamento, è possibile costruire relazioni più equilibrate e, soprattutto, riscoprire un rapporto sano con se stessi. Riconoscere i propri bisogni, rispettarli e imparare a dire “no” sono passi fondamentali verso una vita relazionale più autentica e soddisfacente.
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