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L’ansia in università

venerdì 24 Novembre 2023

Introduzione

Il periodo che va dai 19 ai 25 anni risulta essere particolarmente importante all’interno della definizione dell’individuo, sia per quanto riguarda la sua vita sociale, sia per quanto riguarda quella lavorativa. Proprio in questo periodo l’individuo, uscito dalla fase adolescenziale, si trova davanti alla scelta del tipo di persona che desidera essere. L’entrata all’interno dell’ambiente universitario ne aiuta lo sviluppo: tuttavia alcuni potrebbero trovarsi in difficoltà nel dover affrontare il passaggio di separazione con l’adolescenza e l’entrata in punti di piedi nell’età adulta.

L’ambiente universitario

L’università è un percorso di studi che può avere una durata compresa tra i tre e i cinque anni e solitamente riguarda i giovani adulti di età compresa tra i 19 e i 24 anni. Ovviamente ci sono delle eccezioni: infatti anche persone adulte possono iscriversi ai corsi, riuscendo a intersecarli con l’attività lavorativa.
L’ansia durante il periodo universitario può essere legata a diversi fattori.

  • In primis dalla separazione dalla propria famiglia per gli studenti fuori sede: infatti dover lasciare la casa e le persone con cui si ha vissuto da sempre può essere fonte di emozioni negative. Inoltre, potrebbe essere la prima volta che il ragazzo si trovi a dover vivere da solo e dover quindi gestire tutta una serie di responsabilità ed incombenze.

L’ansia

  • Lansia è un’emozione che suscita una risposta sia fisica che psicologica. Questa può essere definita come una risposta organica, caratterizzata da apprensione e aumento della sorveglianza in situazioni di incertezza, pericolo o potenziale minaccia all’integrità dell’organismo.
  • L’ansia, tuttavia, può essere sia una caratteristica della personalità del soggetto (ansia di tratto) sia un’emozione suscitata da una determinata situazione (ansia di stato).
  • L’ansia di stato riflette una reazione transitoria psicologica e fisiologica direttamente correlata a situazioni avverse in un momento specifico.
  • L’ansia di tratto, invece, fa riferimento ad un tratto di personalità, il quale descrive le differenze individuali collegate alla tendenza di presentare uno stato ansioso. Essa, perciò, risulta relativamente stabile nel tempo ed è considerata una caratteristica importante dei pazienti che presentano disturbi d’ansia, in quanto sono presenti dei tratti ansiosi più spiccati, quando comparati con individui sani.
    Alcune ricerche mostrano come gli individui con alti livelli di ansia di tratto sarebbero più suscettibili allo stress, rispondendo in numerose situazioni come se fossero in pericolo o si sentissero minacciati. Questi soggetti mostrano reazioni causate da un’ansia di stato più frequenti e di un’intensità maggiore, rispetto a coloro con un’ansia di tratto più bassa.

L’ansia all’interno dell’università

Come si è detto in precedenza, ci sono molti fattori che possono condurre ad uno stato ansioso.
Alcune ricerche mostrano come questa emozione sia molto più forte e dominante nelle femmine piuttosto che nei maschi.
Inoltre, l’ansia come stato risulta maggiore in facoltà che riguardano studi sull’educazione, la scienza, la letteratura e l’ingegneria, rispetto agli studi in ambito medico. Questo viene spiegato facendo riferimento al fatto che gli studenti in medicina hanno maggiore fiducia nella propria disciplina, vengono maggiormente incoraggiati e il successo di un approccio più personale in questo tipo di formazione.
Altri studi mostrano come gli studenti che vivono con la propria famiglia abbiano livelli di ansia minori. Una possibile spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che vivere con la propria famiglia permetta agli studenti di non doversi occupare di questioni quotidiane che andrebbero ad appesantire il carico di lavoro, come la spesa per gli alimentari o la preparazione dei pasti, e che la rete familiare fornirebbe anche un maggior supporto a livello relazionale.
Uno studio ha riportato che gli studenti universitari che vivono separati dalla propria famiglia possono affrontare diverse sfide, tra cui affrontare e fronteggiare da soli i propri problemi, la gestione del tempo, la gestione delle finanze, la scelta degli amici e delle relazioni nell’ambiente universitario, l’adattamento alle circostanze, il cambiamento del proprio sistema di valori, provare la propria indipendenza, la scoperta e il miglioramento di sè stessi e cercare di avere buoni risultati a livello accademico.

Una delle fonti principali di ansia all’interno del contesto universitario riguarda la preparazione degli esami: si è anche visto come gli studenti che non sono stati capaci di sviluppare delle strategie efficaci per la gestione dello stress hanno riportato dei livelli di ansia maggiori alla fine del primo anno accademico.

Sviluppare delle strategie di fronteggiamento dello stress efficaci può essere una risorsa utile, non solo in ambito scolastico, ma anche durante tutto il corso della vita: tra le strategie più comuni troviamo la pratica sportiva e la coltivazione di hobby.
Tra gli altri effetti negativi dell’ansia, troviamo anche l’insonnia e i disturbi del sonno. Viene anche riportato che problemi di insonnia risultano più numerosi in ragazzi che frequentano il primo anno di università e che l’ansia fosse maggiormente presente in ragazzi che soffrono di insonnia e di mancanza di sonno. Le ricerche mostrano anche che il 50% dei ragazzi che riportano ansia a livello clinico, presentano un eccesso di sonno durante il giorno, rispetto al 30,9% che non ha presentato ansia a livello clinico.

Conclusione

Il periodo universitario risulta essere molto denso di avvenimenti e di cambiamenti e alcuni soggetti potrebbero viverlo non in maniera serena: l’aumento delle proprie responsabilità, il cambio di ambiente e di relazioni possono giocare un ruolo molto importante nel benessere dell’individuo: è bene, quindi, riconoscere quando si ha bisogno di aiuto e riuscire a sviluppare dei meccanismi funzionali per fronteggiare le situazioni in cui ci si trova.

 

Bibliografia

“Terapia scolastica dell’ansia” di Philip Kendall e Mario Di Pietro

“Ansia e depressione tra gli studenti universitari” a cura dell’AIAMC

“La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano

 

 

 

Contenuto a cura di:

Ufficio editoriale

Psicologo psicoterapeuta, specializzato in psicoterapia ipnotica. È stato dirigente psicologo e psicoterapeuta presso ASST Rhodense e magistrato onorario presso il Tribunale per i minorenni di Milano. Attualmente psicoterapeuta responsabile presso Clinicapsiche e Ilmiopsi.

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Ufficio editoriale

Psicologo psicoterapeuta, specializzato in psicoterapia ipnotica. È stato dirigente psicologo e psicoterapeuta presso ASST Rhodense e magistrato onorario presso il Tribunale per i minorenni di Milano. Attualmente psicoterapeuta responsabile presso Clinicapsiche e Ilmiopsi.

Introduzione

Il periodo che va dai 19 ai 25 anni risulta essere particolarmente importante all’interno della definizione dell’individuo, sia per quanto riguarda la sua vita sociale, sia per quanto riguarda quella lavorativa. Proprio in questo periodo l’individuo, uscito dalla fase adolescenziale, si trova davanti alla scelta del tipo di persona che desidera essere. L’entrata all’interno dell’ambiente universitario ne aiuta lo sviluppo: tuttavia alcuni potrebbero trovarsi in difficoltà nel dover affrontare il passaggio di separazione con l’adolescenza e l’entrata in punti di piedi nell’età adulta.

L’ambiente universitario

L’università è un percorso di studi che può avere una durata compresa tra i tre e i cinque anni e solitamente riguarda i giovani adulti di età compresa tra i 19 e i 24 anni. Ovviamente ci sono delle eccezioni: infatti anche persone adulte possono iscriversi ai corsi, riuscendo a intersecarli con l’attività lavorativa.
L’ansia durante il periodo universitario può essere legata a diversi fattori.

  • In primis dalla separazione dalla propria famiglia per gli studenti fuori sede: infatti dover lasciare la casa e le persone con cui si ha vissuto da sempre può essere fonte di emozioni negative. Inoltre, potrebbe essere la prima volta che il ragazzo si trovi a dover vivere da solo e dover quindi gestire tutta una serie di responsabilità ed incombenze.

L’ansia

  • Lansia è un’emozione che suscita una risposta sia fisica che psicologica. Questa può essere definita come una risposta organica, caratterizzata da apprensione e aumento della sorveglianza in situazioni di incertezza, pericolo o potenziale minaccia all’integrità dell’organismo.
  • L’ansia, tuttavia, può essere sia una caratteristica della personalità del soggetto (ansia di tratto) sia un’emozione suscitata da una determinata situazione (ansia di stato).
  • L’ansia di stato riflette una reazione transitoria psicologica e fisiologica direttamente correlata a situazioni avverse in un momento specifico.
  • L’ansia di tratto, invece, fa riferimento ad un tratto di personalità, il quale descrive le differenze individuali collegate alla tendenza di presentare uno stato ansioso. Essa, perciò, risulta relativamente stabile nel tempo ed è considerata una caratteristica importante dei pazienti che presentano disturbi d’ansia, in quanto sono presenti dei tratti ansiosi più spiccati, quando comparati con individui sani.
    Alcune ricerche mostrano come gli individui con alti livelli di ansia di tratto sarebbero più suscettibili allo stress, rispondendo in numerose situazioni come se fossero in pericolo o si sentissero minacciati. Questi soggetti mostrano reazioni causate da un’ansia di stato più frequenti e di un’intensità maggiore, rispetto a coloro con un’ansia di tratto più bassa.

L’ansia all’interno dell’università

Come si è detto in precedenza, ci sono molti fattori che possono condurre ad uno stato ansioso.
Alcune ricerche mostrano come questa emozione sia molto più forte e dominante nelle femmine piuttosto che nei maschi.
Inoltre, l’ansia come stato risulta maggiore in facoltà che riguardano studi sull’educazione, la scienza, la letteratura e l’ingegneria, rispetto agli studi in ambito medico. Questo viene spiegato facendo riferimento al fatto che gli studenti in medicina hanno maggiore fiducia nella propria disciplina, vengono maggiormente incoraggiati e il successo di un approccio più personale in questo tipo di formazione.
Altri studi mostrano come gli studenti che vivono con la propria famiglia abbiano livelli di ansia minori. Una possibile spiegazione potrebbe risiedere nel fatto che vivere con la propria famiglia permetta agli studenti di non doversi occupare di questioni quotidiane che andrebbero ad appesantire il carico di lavoro, come la spesa per gli alimentari o la preparazione dei pasti, e che la rete familiare fornirebbe anche un maggior supporto a livello relazionale.
Uno studio ha riportato che gli studenti universitari che vivono separati dalla propria famiglia possono affrontare diverse sfide, tra cui affrontare e fronteggiare da soli i propri problemi, la gestione del tempo, la gestione delle finanze, la scelta degli amici e delle relazioni nell’ambiente universitario, l’adattamento alle circostanze, il cambiamento del proprio sistema di valori, provare la propria indipendenza, la scoperta e il miglioramento di sè stessi e cercare di avere buoni risultati a livello accademico.

Una delle fonti principali di ansia all’interno del contesto universitario riguarda la preparazione degli esami: si è anche visto come gli studenti che non sono stati capaci di sviluppare delle strategie efficaci per la gestione dello stress hanno riportato dei livelli di ansia maggiori alla fine del primo anno accademico.

Sviluppare delle strategie di fronteggiamento dello stress efficaci può essere una risorsa utile, non solo in ambito scolastico, ma anche durante tutto il corso della vita: tra le strategie più comuni troviamo la pratica sportiva e la coltivazione di hobby.
Tra gli altri effetti negativi dell’ansia, troviamo anche l’insonnia e i disturbi del sonno. Viene anche riportato che problemi di insonnia risultano più numerosi in ragazzi che frequentano il primo anno di università e che l’ansia fosse maggiormente presente in ragazzi che soffrono di insonnia e di mancanza di sonno. Le ricerche mostrano anche che il 50% dei ragazzi che riportano ansia a livello clinico, presentano un eccesso di sonno durante il giorno, rispetto al 30,9% che non ha presentato ansia a livello clinico.

Conclusione

Il periodo universitario risulta essere molto denso di avvenimenti e di cambiamenti e alcuni soggetti potrebbero viverlo non in maniera serena: l’aumento delle proprie responsabilità, il cambio di ambiente e di relazioni possono giocare un ruolo molto importante nel benessere dell’individuo: è bene, quindi, riconoscere quando si ha bisogno di aiuto e riuscire a sviluppare dei meccanismi funzionali per fronteggiare le situazioni in cui ci si trova.

 

Bibliografia

“Terapia scolastica dell’ansia” di Philip Kendall e Mario Di Pietro

“Ansia e depressione tra gli studenti universitari” a cura dell’AIAMC

“La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano

 

 

 

Contenuto a cura di:

Ufficio editoriale

Psicologo psicoterapeuta, specializzato in psicoterapia ipnotica. È stato dirigente psicologo e psicoterapeuta presso ASST Rhodense e magistrato onorario presso il Tribunale per i minorenni di Milano. Attualmente psicoterapeuta responsabile presso Clinicapsiche e Ilmiopsi.