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Disturbi neurocognitivi

Disturbi neurocognitivi

I disturbi neurocognitivi compromettono funzioni mentali come memoria, attenzione, linguaggio e capacità di giudizio. Possono insorgere a qualsiasi età, ma sono più comuni in età avanzata e includono condizioni come la demenza e il deterioramento cognitivo lieve, spesso legate a patologie neurologiche o sistemiche.
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Cosa sono i disturbi neurocognitivi

I disturbi neurocognitivi (NCD) sono un’ampia gamma di disturbi in cui il deficit cognitivo primario riguarda le funzioni cognitive e che sono acquisiti piuttosto che evolutivi. Anche se il deficit cognitivo sono presenti nella maggior parte dei disturbi mentali (come la schizofrenia e il disturbo bipolare), solo i disturbi in cui le caratteristiche principali sono di natura cognitiva, sono incluse in questa categoria.

I disturbi neurocognitivi sono condizioni in cui la compromissione cognitiva non è presente dalla nascita o dalla prima infanzia e quindi rappresenta un declino da un livello di funzionamento precedentemente raggiunto.

Tipologie di disturbi neurocognitivi

Tra le varie tipologie di disturbi neurocognitivi troviamo:

  • Delirium.
  • Demenza.
  • Amnesia.
  • Disturbo neurocognitivo maggiore (che comprende NCD dovuto ad Alzheimer, NCD vascolare, NCD con corpi di Lewy, NCD dovuto alla malattia di Parkinson, NCD frontotemporale, NCD dovuto a trauma cranico, NCD dovuto ad infezione da HIV, NCD indotto da uso di sostanze/farmaci, NCD dovuto alla malattia di Huntington, NCD dovuto a malattie prionali, NCD dovuto ad altra condizione medica, NCD dovuto a eziologie multiple, NCD non specificato).
  • Disturbo neurocognitivo lieve.

Sintomi dei disturbi neurocognitivi

I sintomi dei disturbi neurocognitivi comprendono principalmente il dominio cognitivo. In particolare troviamo compromissioni nell’ambito attentivo, tra cui l’attenzione sostenuta, l’attenzione divisa, l’attenzione selettiva e la velocità di processamento delle informazioni. Tra i sintomi possibili, il soggetto potrebbe avere maggiore difficoltà in ambienti con stimoli multipli (come la Tv, la radio o la conversazione e il dialogo), potrebbe essere facilmente distraibile e avere delle difficoltà a memorizzare nuove informazioni.

Un altro ambito che potrebbe venire danneggiato riguarda quello delle funzioni esecutive, come la pianificazione, la presa di decisione, la memoria di lavoro, la risposta l feedback o la correzione dell’errore: il soggetto potrebbe abbandonare progetti complessi, o sentire il bisogni di focalizzarsi su un solo compito per volta.

Anche l’ambito dell’apprendimento e della memorizzazione risulta essere danneggiato: il soggetto potrebbe ripetersi all’interno delle conversazioni, spesso all’interno della stessa, non è in grado di tenere a mente una breve lista di prodotti durante lo shopping o delle attività da svolgere durante la giornata.

Ulteriori compromissioni le troviamo nell’ambito del linguaggio: spesso il paziente può avere significative difficoltà nel linguaggio espressivo o ricettivo, usando spesso espressioni generali, come “quella cosa” o “sai cosa intendo”.

Troviamo delle difficoltà anche in ambito percettivo motorio: il paziente potrebbe avere delle difficoltà con attività che prima risultavano familiari, per esempio l’uso di strumenti o guidare un veicolo.

Infine, l’ultimo ambito di compromissione riguarda la cognizione sociale: soggetti con compromissione in quest’area possono adottare un comportamento non consono alle rome sociale, mostrare insensibilità a standard sociali o focalizzarsi su un determinato argomento, nonostante il gruppo non ne sia interessato.

Cause dei disturbi neurocognitivi

Tra le principali cause dell’insorgenza di questi disturbi troviamo l’invecchiamento: anche se alcuni funzioni cognitive risultano essere relativamente stabili, per esempio il vocabolario e la conoscenza degli eventi del mondo, altre, soprattutto quelle che fanno riferimento ai processi mentali di attenzione, memoria di lavoro, funzioni esecutive e recupero verbale.

Queste riduzioni nell’attività cognitiva sono state associate a cambiamenti nelle strutture neuroanatomiche sottostanti, per esempio la diminuzione dell’integrità della sostanza bianca e la diminuzione del volume cerebrale di alcune parti, come l’ippocampo o la corteccia prefrontale.

Tuttavia, ogni disturbo neurocognitivo ha cause diverse che portano allo sviluppo di problematiche diverse.

I disturbi neurocognitivi si possono curare?

Attualmente non vi è nessuna cura per la maggior parte di queste patologie, ma esistono dei trattamenti che possono rallentarne notevolmente il decorso e migliorare la qualità della vita della persona che ne soffre. Innanzitutto troviamo una soluzione farmacologica: ogni patologia ha la sua specificità e pertanto anche i farmaci che vengono somministrati variano a seconda del tipo di disturbo.

Al supporto farmacologico, viene solitamente affiancato quello ambientale e comportamentale, in modo da far mantenere alla persona il più alto livello di funzionamento possibile.

Pazienti nei primi stadi della demenza potrebbero trarre beneficio da gruppi di supporto e da altri ambienti costruttivi che forniscono informazioni e feedback su sintomi cognitivi e comportamentali. In particolare l’orientamento alla realtà ha il compito di diminuire la confusione e il disorientamento nei pazienti affetti da demenza in setting istituzionali.

Troviamo anche alcuni strumenti compensatori, come diari, liste posizionate in posti strategici e reminders, che possono aiutare parecchio sia persone con questi disturbi che i loro familiari nell’aiutarli e assisterli.

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